EMDR: Eye Movement Desensitization and Reprocessing
EMDR è un acronimo che può essere tradotto come desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, la sigla deriva dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing. Lo stesso metodo di lavoro potrebbe generare diffidenza, risultando a volte bizzarro o poco scientifico, ai limiti della magia.
In uno dei momenti importanti della procedura il terapeuta, infatti, chiede al paziente di muovere gli occhi a destra e a sinistra così da seguire le sue dita. L’approccio terapeutico dell’EMDR, sin dall’introduzione della tecnica circa trent’anni fa, si è diffuso in modo costante e con un andamento esponenziale. Attualmente gli psicoterapeuti che praticano l’EMDR, e i pazienti che ne hanno tratto beneficio, sono molte migliaia.
Quando si usa questo trattamento
L’EMDR è indicato per trattare sia grossi traumi, (es. incidenti, terremoti, morte etc.) sia piccoli traumi relazioni che caratterizzano la vita di tutti. È pertanto indicato per gestire sia traumi con la “t” maiuscola che minuscola.
In Italia ha fornito supporto a circa 20.000 persone nel contesto di diversi disastri collettivi quali i terremoti dell’Aquila, di Amatrice e di San Giuliano di Puglia, nel crollo del ponte Morandi. E nell’ambito di lutti traumatici: si pensi ai suicidi nelle scuole, o in seguito ad attacchi terroristici.
Spesso gli psicoterapeuti lo utilizzano all’interno del tradizionale percorso per raggiungere i nuclei disturbanti in modo più rapido e profondo.
EMDR per il trattamento di Ansia e Depressione
Il trattamento EMDR è particolarmente indicato in diversi casi.
- ansia
- depressione
- disturbo alimentare
- malattia
- lutto
- incidenti
- cataclisimi
- aggressioni e violenze
Quando richiedere l’EMDR?
La persona può richiedere il trattamento quando ha vissuto un trauma o comunque quando il malessere psicologico è così intenso da presentare agitazione, insonnia, ricordi intrusivi dell’evento.
L’EMDR può essere prezioso anche in tutti questi casi in cui la psicoterapia “classica” è risultata poco efficace.
In ogni caso sarà cura dello psicoterapeuta valutare l’intervento migliore.
Quante sedute di EMDR sono necessarie?
Il trattamento EMDR è generalmente abbastanza breve rispetto ad altri percorsi. La lunghezza è determinata da vari fattori.
Se il trauma è singolo ed il funzionamento psicologico della persona di buon livello, potrebbero essere sufficienti 5 sedute.
Nei casi più complicati si può arrivare a 15 sedute.
Come ci si sente durante il trattamento?
Generalmente il percorso è coinvolgente e faticoso per il cliente. Il vantaggio psicologico immediato però spinge a una certa affezione per questo metodo.
Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico hanno una desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento.
Il paziente, dopo la seduta, descrive sensazioni di leggerezza e piacevole stanchezza.
Quando è stato scoperto?
L’EMDR è frutto di un affascinante caso di seredipità che ha come protagonista una psicologa americana, Francine Shapiro, che nel 1987 passeggiava in un parco. Shapiro si rese casualmente conto che alcuni pensiri intensi ed intrusivi, mentre passeggiava, stavano perdendo la propria carica negativa perché mentre li rievocava muoveva gli occhi da un lato all’altro.
“Richiamavo alla mente qualcosa che mi tormentava e cominciavo ad eseguire i movimenti oculari. Accadeva la stessa cosa: i miei sentimenti cambiavano. (…). Dopo aver scoperto che potevo modificare i sentimenti connessi ai miei pensieri usando volontariamente i movimenti oculari, mi domandai se questo metodo avrebbe funzionato con altre persone”. (Shapiro, 1987)