I ragazzini della scuole secondarie di primo grado, le “vecchie medie”, subiscono numerosi stimoli e pressioni che li spingono a desiderare di fare tutto e viverlo troppo presto.

I social media ammiccano e il mercato li sollecita, i preadolescenti cominciano così a offrire al proprio corpo molto valore, non sempre un valore sano.

Con un semplice click il ragazzino, che proprio in questi anni comincia a possedere uno smartphone, accede a un mondo ricco di immagini sessualizzate e stimolanti che fatica a comprendere e a gestire.

Questo fenomeno, sempre più precoce, coinvolge femmine e maschi in modi differenti.

Le ragazze imparano velocemente, soprattutto attraverso Internet, che l’unica strada per farsi notare e accettare da un gruppo di coetanei passa per un look sexy e provocante.

Per apparire popolari e sicure di sé, secondo l’immaginario dei giovanissimi, le femmine devono essere disinvolte e sessualmente disinibilte.

Al contrario, il prototipo della “sfigata” è una persona vestita in modo sobrio, semplice, per alcuni aspetti da suora.

Il messaggio che il mondo adulto recapita alle nostre preadolescenti è che mostrarsi sexy, sculettanti e puntare sull’aspetto fisico e sull’immagine è la chiave per garantirsi un futuro in tutti i campi: amore, lavoro e amicizia.

Gli studi di psicologi e sociologi sono chiari: la vita sessuale dei giovani negli ultimi decenni è stata rivoluzionata: si diventa attivi sempre prima, è cresciuto l’uso di droghe e alcool.

I preadolecenti maschi, dal canto loro, sono invece estremamente influenzati dai numerosi materiali espliciti e dalla massiccia disponibilità di contenuti pornografici diffusi dalla vita quotidiana e soprattutto dalla Rete.

Uno dei modi con cui provano a socializzare tra di loro e scambiarsi informazioni intorno al tema del sesso è la condivisione di immagini e video hard. Il meccanismo è simile a quello delle generazioni precedenti, ma anticipato negli anni e appesantito nei contenuti, non si tratta più di qualche fotografia “sporcacciona” ma di materiali molto impegnativi. La pratica è oggi diffusa, già a partire dagli ultimi anni della primaria, e può diventare pericolosa.

Genitori, insegnanti, allenatori ed educatori, in questi ultimi anni sono rimasti stupiti in più occasioni davanti a gruppetti di ragazzini intenti a guardare un video hard sul cellulare o su un tablet negli angoli di una scuola, di un oratorio o di una palestra.

I maschi cercano in questo modo di rinsaldare il legame con i coetanei e aumentare la propria autostima e il valore di fronte agli occhi degli altri. I contenuti e le immagini erotiche proposte da Internet spesso veicolano però messaggi poco adatti ai ragazzi, li conducono innanzitutto a pensare che le femmine siano degli oggetti sessuali da sfruttare, quasi delle bambole con cui divertirsi. Inoltre l’immagine del maschile è altamente stereotipata: il ragazzo di valore seduce e regala performance sessuali altissime che poco hanno a che fare con le reali caratteristiche di una vita erotica sana.

I genitori giocano un ruolo educativamente potente, possono contribuire a uno sviluppo armonico del ragazzo anche sotto il profilo sessuale, innanzitutto promuovendo la prevenzione. Già da quando sono bambini l’adulto di riferimento è chiamato a proporre una buona educazione affettiva mantenendo il dialogo aperto con il figlio, proponendo film animati e letture adeguate e anche offrendo un modello quotidiano di relazioni sane e rispettose.

Il genitore attento favorisce l’educazione e la socializzazione dei figli nella vita reale, condividendo con loro buone regole sull’uso della rete, ma anche favorendo le relazioni “in carne ed ossa” attraverso lo sport, invitando amici, organizzando gite all’aria aperta…

L’adulto può anche aiutare il ragazzino a vedere ogni singola situazione da più punti di vista. Dialogo aperto e ricco confronto permettono al giovane di sviluppare preziose skill: cooperazione, pensiero critico, empatia e autoriflessività. Si tratta di competenze trasversali di base per la costruzione di una positiva immagine di sé e di relazioni appaganti.