Traumi e rielaborazioni, resilienza, corazza muscolare, sono solo alcuni dei temi a carattere psicologico che con eleganza e intelligenza si intrecciano in una delle letture di questa estate: “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valerie Perrin.

Violette fa di mestiere la guardiana di un piccolo cimitero in Francia, i suoi vicini, come da lei descritto “Non hanno preoccupazioni, non si innamorano, non si mangiano le unghie, non credono al caso, non fanno promesse né rumore, non hanno l’assistenza sanitaria, non piangono, non cercano le chiavi né gli occhiali né il telecomando né i figli né la felicità”. I suoi vicini sono morti.

La guardiana è un personaggio delicato che sembra direttamente tratteggiato dall’esperto di bioenergetica Lowen “Quando stavo bene crescevo, venivo su dritta come se l’assenza di genitori mi avesse applicato un tutore lungo la spina dorsale. Mi tengo dritta, è una mia peculiarità. Non mi sono mai piegata, neanche nei periodi di maggiore dolore. Spesso mi chiedono se abbia fatto danza classica. Rispondo di no, che è stata la quotidianità a darmi una disciplina, a farmi allenare ogni giorno alla sbarra e sulle punte”.

La vita di Violette, costellata di sofferenze e fatiche, è stata un percorso irto di difficoltà, eppure nel suo modo di approcciare le cose prevale l’ottimismo, la resilienza e la ricerca di felicità semplici “Assaporo la vita, la bevo a piccoli sorsi, come un tè al gelsomino con un po’ di miele. E la sera, quando il cancello del cimitero è chiuso e la chiave appesa alla porta del bagno sono in paradiso”.

Traumi e rielaborazioni: contatta la psicologa a Saronno

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